#7 Riflessi_oni

Olbia: alla ricerca delle origini e della felicità

Alla fine del 2024, per motivi personali, mi sono ritrovata a Olbia, città dove risiede parte della mia famiglia. Tornare nei luoghi delle proprie origini è spesso un’occasione per riflettere, per riconnettersi con le proprie radici e affrontare i cambiamenti che la vita ci pone davanti.

Non avevo mai approfondito il significato del nome Olbia, e scoprirne l’etimologia è stato sorprendente: in greco, Olbia significa felicità.

Le fondamenta su cui costruiamo la nostra vita sono essenziali. Senza di esse, rischiamo di non crescere stabili e rigogliosi come vorremmo. Al Museo Archeologico di Olbia, una stele reca incisa la parola OΛBIA (felice), a conferma di come il nome della città sia da sempre legato a un concetto così profondo e universale.

La storia di Olbia e le sue trasformazioni

Olbia ha attraversato molte trasformazioni nel corso dei secoli, cambiando più volte nome: da Fausania a Civita, da Terranova Pausania fino al ritorno all’attuale denominazione nel 1939. Ogni nome racchiude un pezzo della sua storia, fatta di incontri, scambi e contaminazioni culturali.

Dai Fenici ai Romani, dai Saraceni al dominio sabaudo, la città è stata un crocevia di popoli e civiltà che l’hanno arricchita, lasciando tracce tangibili nel suo patrimonio storico e archeologico. Situata in una posizione strategica e ben riparata nel Mediterraneo, ha vissuto periodi di grande fioritura alternati a momenti di decadenza.

L’ancora: simbolo di stabilità e rinascita

Un simbolo ricorrente legato a Olbia è l’ancora, lo strumento che permette alle navi di stabilizzarsi in porto o in rada. Ma l’ancora è anche un potente simbolo metaforico: rappresenta il punto fermo da cui ripartire, il legame con le proprie radici e al tempo stesso la possibilità di rinnovarsi.

Tra i numerosi reperti esposti al Museo Archeologico, spiccano alcune antiche ancore ritrovate nei fondali circostanti, testimonianze silenziose del continuo passaggio di popoli e culture che hanno reso Olbia la città che è oggi.

Olbia tra turismo e cultura

Olbia non è solo una meta estiva: se d’estate il porto e l’aeroporto internazionale si riempiono di turisti, anche in inverno la città continua a vivere grazie a chi arriva per scoprire la storia della Sardegna e le sue meraviglie naturali.

Tuttavia, la cultura legata al porto potrebbe essere valorizzata molto di più. Investire sulla conoscenza del territorio e sulle sue radici storiche aiuterebbe a creare un’accoglienza ancora più consapevole per i visitatori. Il Museo Archeologico stesso, con la sua bellissima struttura, meriterebbe di essere maggiormente valorizzato, affinché possa diventare un punto di riferimento culturale ancora più attrattivo.

Dalla terrazza panoramica del museo, in una giornata limpida, la vista è straordinaria: un’immagine che riempie gli occhi e il cuore. La felicità parte anche da qui: dalla conoscenza, dalla crescita e dalla scoperta di ciò che ci circonda.

La cultura sarda non è solo mare cristallino e panorami mozzafiato, ma anche storia, contaminazione, trasformazione. Gli oggetti del passato ci offrono ponti per comprendere ciò che è stato e per immaginare ciò che potrà essere.

Spero che l’amministrazione comunale possa trovare nuove strade per arricchire e rendere ancora più coinvolgente la visita al Museo Archeologico, perché immergersi nella storia è un viaggio straordinario per comprendere il territorio e il nostro stesso passaggio su questa terra.


Sabrina Murgia